That Sound Game appartiene a quella cerchia di giochi da tavolo in grado di diventare un must nelle serate più numerose. Poche regole, tanto divertimento e l’irresistibile capacità di coinvolgere chiunque sono i punti forti di un titolo che, pur strizzando l’occhio ai classici dei party game, riesce ad avere una sua identità ben precisa.
Firmato dagli esordienti australiani Natalie Delaney-John e Cam Jasson, il titolo ha una genesi che non può non suggestionare. Veniva infatti concepito per allietare una triste serata del periodo dei lockdown per COVID. Quello che nasceva con modesti ritagli di giornale, finiva nel tempo per diventare un prodotto di culto. Tra TikTok virali e riconoscimenti di critica (con il premio di gioco dell’anno all’Australian Toy Fair), That Sound Game è riuscito a vendere oltre 200.000 copie. Scopriamo insieme i motivi di questo grandioso successo.
Il titolo è disponibile al prezzo di € 27,99 dal 24 Aprile nei negozi fisici e presso i rivenditori online, distribuito nel nostro Paese da Asmodee Italia.
Confezione di vendita
Fin dal packaging, That Sound Game si presenta con un look volutamente minimalista, che mette al centro il design delle carte nonché il proprio leitmotiv: “un gioco rumoroso per persone bizzarre“.
Da un punto di vista squisitamente dimensionale, coi suoi 19,4 cm di lunghezza per 10,2 cm di altezza oltre a 7 cm di profondità, That Sound Game si dota di una confezione piuttosto massiccia e resistente. Il formato ci ha ricordato Domande Stupide da Fare ai Vostri Amici, col quale condivide una portabilità moderata ed un peso non esattamente tascabile.


Al suo interno, That Sound Game presenta tuttavia più elementi di quanti normalmente presenti in confezioni similari. Troviamo infatti il regolamento, un pratico riepilogo per le sessioni di gioco, una scheda segnapunti (riutilizzabile), un pennarello cancellabile, una clessidra, un dado e ben 341 carte (di cui 16 Salvavita e le restanti riservate alle Categorie)
Si tratta di un set completo ed onnicomprensivo, che non si trova tanto spesso all’interno dei party game pubblicati con questo formato. Da questo punto di vista, abbiamo apprezzato l’organizzazione interna degli elementi, in grado di massimizzare lo spazio e fornire ai giocatori tutto il necessario per giocare senza fare affidamento a materiali esterni.



Regole della partita
Le regole di That Sound Game sono molto semplici ed intuitive, soprattutto per una platea non estranea ai party game.
Il setup iniziale richiede di posizionare in posizione coperta i mazzetti relativi alle carte Categorie, suddivisi per il relativo colore. Le carte gialle identificano un’azione, le rosse un evento, le arancioni “le tre p” (persone, posti e personaggi), le verdi la natura e le blu un oggetto.
I giocatori vengono equamente divisi in team (almeno due da due persone, fino ad un massimo di quattro senza tuttavia limiti di partecipanti). Ciascun team dispone di quattro carte Salvavita, due “Toglimi le manette” e due “Furto”. A quel punto, viene sorteggiato un Sound Master, ovvero il giocatore che avrà il compito di aprire la partita.
Il Sound Master lancia il dado e pesca la carta corrispondente al colore uscito. La clessidra viene girata e da quel momento il Sound Master dovrà restare in piedi ed incrociare le mani dietro la schiena. Il suo obiettivo sarà quello di far indovinare quanto indicato nella carta pescata al proprio team. Potrà ricorrere a gesti e movimenti del corpo, ma non potrà ricorrere nè alle braccia nè alle mani. Altresì sarà impedito l’uso di indizi a voce, essendo limitate le interazioni uditive solo ed esclusivamente alla riproduzione di rumori (onomatopee). Una volta indovinata, il Sound Master continuerà a pescare altre carte fino allo scadere del tempo.
L’utilizzo delle carte Salvavita permette di sfruttare bonus interessanti per guadagnare una posizione di vantaggio sugli avversari. “Toglimi le manette” rimuove il divieto di uso delle mani per tutto il turno. “Furto” invece permette di tentare di rubare un punto alla squadra avversaria.
Tra le facce del dado è presente altresì il simbolo All in. In questi casi subentrano regole speciali, il turno diventa condiviso e tutte le quadre possono indovinare le risposte.
Per ogni carta indovinata, il team guadagna un punto. Viceversa, per ogni carta saltata e per ogni errore commesso dal Sound Master, saranno i team avversari a guadagnare punti. Il gioco prosegue a round fino a che un team raggiunge il numero di punti fissato per la vittoria.


L’esperienza di gioco
Il nostro tempo in compagnia con That Sound Game ci ha lasciato tanto divertimento ed una gran voglia di giocarci nuovamente.
“Un gioco rumoroso per persone bizzarre” recita la confezione del titolo e mai definizione ci è sembrata così calzante. Il party game australiano riesce a coinvolgere da subito grazie a poche regole semplici ed alla capacità di rivolgersi ad un pubblico di tutte le età (viene consigliato dai 14 anni in su più che altro per i riferimenti inseriti nelle carte categoria). Frenetico e genuinamente divertente, rappresenta una delle proposte più convincenti ed universali di Asmodee Italia di questo 2025, capace di proporre anche per il territorio nostrano questo piccolo grande cult foriero di un ottimo successo in giro per il mondo.

Come per tanti altri party game, la principale nota stonata di That Sound Game è il suo carattere inevitabilmente derivativo. A conti fatti, appare piuttosto evidente il debito concettuale nei confronti di un evergreen come Taboo. Laddove nel classico Hasbro l’interdizione è rivolta all’uso di specifiche parole, in That Sound Game essa si estende all’intero vocabolario fino all’uso delle mani. Si tratta, ad ogni modo, di una rielaborazione interessante e funzionale, in grado di fornire un’esperienza familiare ma al contempo fresca.
Un tocco di vicacità e frenesia ulteriore viene poi garantito dalle carte Salvavita, che permettono ai giocatori di utilizzare bonus preziosi per indirizzare strategicamente l’andamento delle partite. Potersi liberare dal vincolo del divieto di uso delle mani può semplificare i momenti più impegnativi, mentre avere la chance di poter “rubare” un punto agli avversari può aprire le porte a colpi gobbi al fotofinish.
Particolarmente apprezzabile è la possibilità di poter estendere le partite ad un numero molto elevato di giocatori. Gli ideatori hanno previsto un tetto massimo di quattro team nei quali suddividere i partecipanti, senza tuttavia consigliare al loro interno un riferimento numerico. Sebbene un numero ideale potrebbe essere di tre giocatori per ogni team (quindi dodici giocatori), nulla vieta di aprire a numeri superiori. Tenendo tuttavia ben presente che That Sound Game richiede almeno quattro giocatori nella sua configurazione minima (due team da due giocatori). L’altro lato della medaglia è che un numero ridotto di giocatori potrebbe non far apprezzare il titolo come merita. Magari anche con la complicità di un mood non particolarmente incline al mettersi in gioco con ironia.



Commento finale
Dopo circa tre anni dall’esordio in terra natia, That Sound Game approda in Italia grazie ad Asmodee. Il titolo divenuto cult nonché vincitore del GOTY all’Australian Toy Fair si conferma un party game sfrenato ed avvincente, che si fonda sul delirante mix di onomatopee e mimica fisica. Un must per le serate più spensierate (e particolarmente indicato per i gruppi numerosi), anche al netto di un concept che omaggia inevitabilmente alcuni evergreen del genere.
Si ringrazia Asmodee Italia per il gioco